L’integrazione delle attività svolte dall’Organismo di ricerca Benecon SCaRL (Centro Regionale di Competenza sui Beni Culturali, Ambiente ed Economia) e dalle Aziende coinvolte nel programma permettono la realizzazione di piattaforme innovative e il raggiungimento di innovazioni di prodotto/servizio/processo applicabili al settore dei beni culturali e del turismo.

Organizzazione del sito di Pompei durante le visite dei viaggiatori illustri (dalla fine del Settecento al 1864)

Collaboratore: Dott.ssa Lamia Hadda

Tutor: Prof.ssa Danila Jacazzi

 

Dall’inizio del progetto di ricerca lo studio ha posto l’attenzione ai documenti dell’Archivio di Stato di Napoli relativi all’organizzazione del sito di Pompei durante le visite dei viaggiatori illustri.

Al fine di condurre al meglio la ricerca sono state individuate le tre diverse raccolte di fonti dalla fine del Settecento al 1864. In particolare le fonti riguardano:

  1. Ministero della Pubblica Istruzione;
  2. Ministero degli Interni;
  3. Casa Reale.

E’ stata condotta una prima analisi sulle fonti relative al Ministero della Pubblica Istruzione dove sono state individuate varie tipologie di documenti, dei quali:

 

a. Permessi per la visita di viaggiatori illustri al sito di Pompei :

 

  1. Permessi per visitare gli scavi di sera, al chiaro di luna e a cavallo, per assistere alle operazioni di scavo e per accedere ai magazzini dei depositi.
  2. Permessi per poter visitare l’antica città di Pompei su dorso di mulo.
  3. Permessi per poter consumare colazioni, pasti, oppure semplicemente per prendere un rinfresco all’interno delle antiche mura di Pompei.
  4. Permessi per assistere direttamente agli scavi archeologici in corso.

Ex.

Archivio di Stato di Napoli (= ASN), Fondo Ministero della Pubblica Istruzione (= MPI), busta 317, inc. 2.

 1852-1858

Soprintendenza Generale degli scavi Pompei. Permessi per visitare gli scavi di sera, al chiaro di luna e a cavallo, per assistere alle operazioni di scavo e per accedere ai magazzini dei depositi.

  •  3 luglio 1852, permesso al Signor Principe Doria con sua compagnia di poter visitare con gli asini l’antica città di Pompei.
  • 8 aprile 1853, permesso al Duca di Luynes di poter assistere a uno scavo in Pompei e di prendere una colazione con la sua compagnia.

Un parco idrografico: tra la foce del fiume Sarno e l’ex Polverificio Borbonico

Contrattista: dott. arch. Andrea Santacroce

Tutor: prof. arch. Carlo A. Manzo

Parte I

1.1 Una posizione teorica sul paesaggio

Questo ricerca si propone di studiare il sistema fluviale del Sarno come una grande opera d’architettura idraulica ed elemento naturale generatore delle forme urbane che si sono insediate nel tempo in questi luoghi. Il paesaggio e la struttura insediativa della valle del Sarno sono da sempre condizionati dal rapporto strettamente dipendente con il fiume; da questa simbiosi, tra struttura del territorio e costruzione dei manufatti, deriva la nascita e lo sviluppo dei centri urbani e la tipologia delle architetture più significativi di questa valle.

 

Fig. 0 _  schizzo dell’area studio

Fig. 0 _ schizzo dell’area studio

Il paesaggio è concepito come una componente indispensabile dell’architettura. E’ pur vero che tutte le discipline che hanno studiato la di città e il territorio hanno esasperato l’uso di questo termine in modo indiscriminato e generico. In architettura questa ipertrofia può essere arginata seguendo un taglio costruttivo. Non ci interessa parlare di paesaggismo o di quelle forme di abbellimento, di arredo arboreo, di elementi effimeri, molto di moda in questi anni, ma di ciò che permette al paesaggio esterno ed interno alle città di essere un impianto di sistema infrastrutturale. C’è un’attitudine tutta italiana nel rapportare l’architettura al paesaggio, che si lega alla trasformazione dell’idea stessa di paesaggio. Ci sono alcuni temi in cui la modificazione alla scala paesaggistica investe specifiche problematiche di tipo architettonico. Questo avviene quando lo stesso paesaggio, che fa da sfondo o da scena, entra in gioco nelle architetture, quando quel paesaggio risolve quello specifico problema divenendo materiale del progetto architettonico.

I muri a secco che delimitano le proprietà nelle campagne del sud, i terrazzamenti della costiera sorrentina con i suoi prevoli, i basamenti, le pavimentazioni, gli argini lapidei dei fiumi nelle città storiche, i viali alberati ed i percorsi campestri extraurbani, ecc..sono quelle infrastrutture che, interagendo direttamente con l’architettura, costruisco e caratterizzano il paesaggio.

L’analisi ecosistemica come supporto per la costruzione della rete ecologica

Arch. Raffaela De Martino

IL TERRITORIO ESAMINATO

La definizione dei limiti e dell’estensione dell’area da analizzare è una fase molto delicata perché è da essa che dipende l’efficacia della successiva valutazione ecologica. La zona oggetto di studio è quella del territorio pompeiano sul quale la ricerca mira a condurre un’analisi ecosistemica e ad individuare i principali elementi della rete ecologica “locale”, capace di agganciarsi a quella di livello superiore. E’ però evidente che una valutazione ambientale esaustiva non può limitarsi al territorio comunale di Pompei ma deve necessariamente considerare un sistema ambientale più ampio del quale esso fa parte e i principali corridoi di collegamento territoriale. Tra questi di particolare rilevanza è il fiume Sarno, che con i suoi affluenti rappresenta, un importante elemento della rete regionale in quanto corridoio di connessione tra il Parco Nazionale del Vesuvio e i Parchi Regionali dei Monti Lattari e dei Monti Picentini. Di qui la necessità di estendere l’area di indagine ad un’area più vasta e precisamente al territorio del Parco regionale del Fiume Sarno di cui la città di Pompei fa parte. Il fiume Sarno, lungo circa 22 km, raccoglie le acque di un vasto bacino imbrifero esteso per circa 600 kmq che interessa le province di Avellino, Napoli e Salerno. Alla provincia di Avellino appartiene la fascia montana ad est, nella quale ricade il polo conciario di Solofra; alla provincia di Salerno appartengono la fascia montana che delimita a sud il bacino e la parte centrale dell’Agro Sarnese Nocerino, nel quale ricade il polo agro-alimentare; alla Provincia di Napoli appartengono la fascia costiera e la zona vesuviana.

Fig. 1 Bacino del Fiume Sarno (Fonte: Palumbo M., Caratterizzazione e trattamento dei sedimenti del bacino idrografico del fiume Sarno, Università di Napoli)

Fig. 1 Bacino del Fiume Sarno (Fonte: Palumbo M., Caratterizzazione e trattamento dei sedimenti del bacino idrografico del fiume Sarno, Università di Napoli)

 

Ricostruzione virtuale multisensoriale del Teatro Grande di Pompei

Collaboratore: ing. Francesco Sorrentino

Tutor: Prof.Luigi Maffei

Aprile 2015

 

INTRODUZIONE

Da sempre il patrimonio archeologico rappresenta non solo uno strumento di studio storico e scientifico, ma soprattutto una fonte di memoria per la collettività. Preservare nel tempo il patrimonio culturale è un’azione che consente da un lato di contribuire alla diffusione del sapere e della cultura, e dall’altro di sviluppare il comparto economico e turistico ad essa collegato, accrescendo la consapevolezza delle risorse culturali e artistiche potenzialmente a disposizione di diverse aree geografiche.

Tra i diversi siti di interesse archeologico, i teatri antichi assumono un’attenzione importante, in particolare per gli studiosi di acustica. Infatti questi luoghi rappresentano non solo delle opere, più o meno maestose, di interesse architettonico, ma soprattutto luoghi che, nascendo con la specifica funzione di consentire l’ascolto di rappresentazione teatrali, mostrano specifiche esigenze acustiche.

Vari autori hanno indagato nel tempo le caratteristiche acustiche di teatri antichi, al fine di individuare la qualità dell’ascolto nei diversi settori che compongono il teatro, in relazione a quelle che sono le caratteristiche geometriche del sito e le tipologie di materiali utilizzate per la costruzione ed il rivestimento della struttura [1-5].

Alla luce di quanto illustrato, risulta evidente che un’esperienza di visita presso un teatro antico non può prescindere da una sperimentazione del sito che coinvolga più stimoli sensoriali. Troppo spesso accade che in una visita ad un sito culturale la stimolazione visiva prevale fortemente sulle altre stimolazioni sensoriali, facendo sì che gli stimoli non visivi vengano lasciati all’immaginazione del turista. Nel caso dei teatri antichi è necessario che questi siti vengano fruiti dai turisti anche attraverso esperienze multisensoriali, tenendo però conto di quella che è la signature acustica del luogo, ossia il contenuto di informazioni uditive specifiche del sito.

DT 9.3 – S2.1 Modulo M1) VIRE – VIsita REale

Dott. Pierpaolo Pedicini

Dott.ssa Rosaria Possemato

 

 

Attività 9.3 – Progettazione preliminare del Sistema
S2 – Sottosistema per la Fruizione Avanzata

DT 9.3 – S2.1 Modulo M1) VIRE – Visita Reale

Indice

Premessa
1. Soggetti principali e loro caratteristiche ed esigenze
2. Centro Interattivo di Distribuzione – CID
3. Centro Interattivo di Commercializzazione – CIC

 

Premessa
Nell’ambito delle problematiche di fruizione avanzata dei Beni Culturali, questo studio affronta specificamente il ‘dominio concettuale della visita reale’, ossia l’insieme di variabili, funzioni, vincoli e condizioni, commessi con il rapporto diretto, fisico, tra il visitatore/fruitore ed il bene.
La fase in corso – di progettazione del SI.TU.VA.GE – ha lo scopo di definire l’organizzazione funzionale del sistema e dei moduli in cui si articola. Pertanto l’universo dei Beni Culturali viene ridotto all’essenziale ed identificato concettualmente come Patrimonio.

La filosofia di ‘fruizione sostenibile dei beni culturali’ ha naturalmente orientato questo studio verso obiettivi integrati, caratterizzati da contenuti e valenze sia culturali sia economici.
La composizione del Modulo VIRE segue pertanto una chiara logica economica, attingendo concetti e definizioni dalle moderne forme di distribuzione e di commercializzazione di beni, prodotti e servizi.

1 – Soggetti principali e loro caratteristiche ed esigenze
Il progetto di un sistema flessibile ed interattivo per la gestione del patrimonio sviluppato tenendo conto delle problematiche legate alla salvaguardia, quelle della valorizzazione e, non ultime, quelle della fruizione viene a delinearsi come processo complesso.

Infatti, dal momento che il sistema integrato deve consentire all’Ente Gestore di monitorare lo stato di conservazione del patrimonio mediante apposita strumentazione, di determinare i margini e le condizioni di sicurezza nei confronti delle presenze dei visitatori, di pianificare e di controllare gli accessi in base alla domanda da un lato ed alle possibilità legate alle condizioni di sicurezza e ai vincoli derivanti da interventi di restauro e manutenzione dall’altro, ed inoltre fornire ai visitatori servizi aggiuntivi alla visita, diventa imprescindibile considerare la modularità del problema.

DT 9.1 D1 – Beni culturali e industria del turismo: Analisi retrospettiva e prospettive a breve e medio termine

Dott. Pierpaolo Pedicini

Dott.ssa Rosaria Possemato

 

Attività 9.1 : Costruzione quadro esigenze gestori e fruitori

DT 9.1 D1 – Beni culturali e industria del turismo: Analisi retrospettiva e prospettive a breve e medio termine

Indice
Premessa
1. Analisi del quinquennio 2004/2008
1.1 Andamenti dell’offerta
1.2 Andamenti della domanda
1.3 Analisi delle tendenze
1.4 L’inizio della crisi e la sua percezione
2. Analisi del quinquennio 2009/2013
2.1 Il Turismo culturale rallenta sensibilmente
2.2 Sottovalutazione del patrimonio culturale ‘minore’, diffuso su tutto il territorio italiano
2.3 Grande e crescente divario tra i risultati potenziali e quelli effettivi realizzati sui grandi mercati internazionali
2.4 Scenario a breve e medio termine
2.5 Criticità dell’offerta e dell’organizzazione turistica a livello internazionale
2.6 Mappa competitiva dei prodotti

 

Premessa
Nel quadro della Documentazione Tecnica derivante dalle attività dell’Obiettivo Realizzativo 9, il presente documento afferisce alla costruzione del quadro delle esigenze dei gestori e dei fruitori del Sistema SI.TU.VA.GE.
Il documento è una descrizione sintetica delle principali problematiche e delle tendenze riguardanti il ‘turismo culturale’, basata sulle analisi di settore e congiunturali compiute dall’ISNART (Istituto Nazionale Ricerche Turistiche) per Osservatorio Nazionale del Turismo.
Per dare una visione efficace del fenomeno si è preso in considerazione il decennio 2004/2013 poiché di notevole importanza per comprendere quanto successo, ma soprattutto per analizzare su basi solide il presente nell’ottica di proiezioni future.
Per motivi di chiarezza ed agilità, i dati relativi al primo quinquennio sono stati elaborati secondo codici puramente descrittivi, mentre quelli relativi agli anni 2009/2013 sono stati indicati in percentuali, in modo tale da ponderare le problematiche e renderle quindi più aderenti a logiche operative.

Fase OR 5 – Nuove tecnologie su piattaforme inerziali

Luigi Iozzoli

Società: Assing S.p.A.

Fase OR 5 – Nuove tecnologie su piattaforme inerziali

5.1 Analisi del Documento di “requisiti utente” per rispettare le esigenze degli utenti inesperti riguardo alle elaborazioni necessarie al posizionamento spaziale di misure multisensoriali.

Studio per l’individuazione di piattaforme consumer

È stata effettuata una ricerca di mercato per individuare piattaforme “consumer” già disponibili sul mercato, integrabili o complementari che potranno essere utilizzate per allestire uno strumento WD (Wearable Device) idoneo alla fruizione, da parte dei turisti inesperti, del territorio. Con il termine Wearable Device (dispositivi indossabili) ci si riferisce all’abbigliamento e agli accessori che incorporano computer e tecnologie elettroniche avanzate. La tecnologia indossabile risponde alle esigenze della cosiddetta “ubiquitous computing” e cioè la necessità di disporre di dispositivi computerizzati ovunque, nelle nostre esperienze di vita quotidiana, e delinea le basi per l’apertura di uno scenario tecnologico in cui viene superata la necessità di utilizzare il tradizionale personal computer.

La radicale discontinuità che questa visione introduce risiede tanto nel voler modificare le condizioni della presenza, nella vita delle persone, degli strumenti che elaborano informazioni, quanto nell’intento di assegnare a tali strumenti compiti e funzioni che si rendano meno invadenti nei confronti degli utenti, operando quindi con un grado di relativa autonomia. I progressi della microelettronica e delle telecomunicazioni, che avanzano parallelamente all’integrazione dei vari sistemi tecnologici e alla tendenza verso un networking diffuso, consentono di concepire un mondo in cui l’individuo non debba più avere il peso della gestione diretta e continua dei dispositivi di calcolo. Questi, infatti, oltre a poter dialogare con l’utente, sono immersi in un ambiente interconnesso che li fa dialogare tra loro, rendendo possibile l’esecuzione automatizzata di una gamma sempre crescente di operazioni.

 

 

Figura 1 – Esempio di Wearable Device (WD)

Auralità aumentata e godimento dei beni culturali: percorso di fruizione ampliata per la Domus di Giulio Polibio

ECOTURISMO URBANO PER LA FRUIZIONE DEI BENI CULTURALI IN CAMPANIA

Titolo dell’incaricoAttività di ricerca nel campo del design e dello sviluppo software, con particolare riferimento alle forme di comunicazione multimediale, all’Interaction Design e alla progettazione di ambienti sensibili

Contrattista: dott. Cristian Fuschetto

Tutor: Prof. Maurizio Sibilio

Auralità aumentata e godimento dei beni culturali
Percorso di fruizione ampliata per la Domus di Giulio Polibio

Introduzione

App per la fruizione ampliata della Domus di Polibio _ screenshot simulazione video

Applicazione mobile per la fruizione ampliata della Domus di Polibio _ screenshot simulazione video

L’obiettivo di coniugare un modello turistico-culturale di fruizione ampliata con metodologie e criteri propri della pedagogia e della didattica sperimentale, ha trovato efficacia nella progettazione di uno strumento compensativo in grado di integrare la “conoscenza per descrizione” dei tutorial più tradizionali con forme innovative di apprendimento situato.

In particolare, in risposta alle esigenze di target trasversali di soggetti caratterizzati da deficit di natura esterocettiva, si è optato per lo sviluppo di un ambiente di apprendimento di tipo acustico-sinestetico. Nello specifico si è individuato quale luogo della progettazione prototipale di fruizione ampliata la Domus pompeiana di Giulio Polibio (IX,13,1-3), già oggetto nel 2010 di un percorso multisensoriale realizzato dall’Istituto per la Diffusione delle Scienza Naturali in collaborazione con la Sezione Provinciale di Napoli dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti. La Domus (ora chiusa per lavori di restauro) gode dunque, dal punto di vista del potenziamento dell’accessibilità, di un corredo di esperienze e studi specifici tali da renderla luogo d’elezione di una nuova sperimentazione di accessibilità turistica.

Sebbene molto coinvolgente, il percorso sonoro messo a punto nel 2010 si rivela “statico” (prevede un percorso obbligato ed è basato su tecnologie “non responsive”) e quindi poco adatto al raggiungimento di una fruizione il più possibile autonoma e personalizzata del bene culturale. Lo strumento compensativo progettato dalla nostra unità di ricerca permette di superare tali criticità.

Basato su tecnologie di microgeolocalizzazione di tipo responsive e arricchito di inediti effetti e tappeti acustici creati ad hoc, l’ambiente sensibile immersivo in fase di realizzazione permetterà infatti di rendere dinamica e autonoma la visita da parte degli utenti “deboli” grazie all’utilizzo di una piattaforma integrata in un’app liberamente scaricabile su smartphone o tablet in grado di rispondere a sensori (beacon) disposti nella Domus.

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