Organizzazione del sito di Pompei durante le visite dei viaggiatori illustri (dalla fine del Settecento al 1864)
Collaboratore: Dott.ssa Lamia Hadda
Tutor: Prof.ssa Danila Jacazzi
Dall’inizio del progetto di ricerca lo studio ha posto l’attenzione ai documenti dell’Archivio di Stato di Napoli relativi all’organizzazione del sito di Pompei durante le visite dei viaggiatori illustri.
Al fine di condurre al meglio la ricerca sono state individuate le tre diverse raccolte di fonti dalla fine del Settecento al 1864. In particolare le fonti riguardano:
- Ministero della Pubblica Istruzione;
- Ministero degli Interni;
- Casa Reale.
E’ stata condotta una prima analisi sulle fonti relative al Ministero della Pubblica Istruzione dove sono state individuate varie tipologie di documenti, dei quali:
a. Permessi per la visita di viaggiatori illustri al sito di Pompei :
- Permessi per visitare gli scavi di sera, al chiaro di luna e a cavallo, per assistere alle operazioni di scavo e per accedere ai magazzini dei depositi.
- Permessi per poter visitare l’antica città di Pompei su dorso di mulo.
- Permessi per poter consumare colazioni, pasti, oppure semplicemente per prendere un rinfresco all’interno delle antiche mura di Pompei.
- Permessi per assistere direttamente agli scavi archeologici in corso.
Ex.
Archivio di Stato di Napoli (= ASN), Fondo Ministero della Pubblica Istruzione (= MPI), busta 317, inc. 2.
1852-1858
Soprintendenza Generale degli scavi Pompei. Permessi per visitare gli scavi di sera, al chiaro di luna e a cavallo, per assistere alle operazioni di scavo e per accedere ai magazzini dei depositi.
- 3 luglio 1852, permesso al Signor Principe Doria con sua compagnia di poter visitare con gli asini l’antica città di Pompei.
- 8 aprile 1853, permesso al Duca di Luynes di poter assistere a uno scavo in Pompei e di prendere una colazione con la sua compagnia.
- 27 luglio 1853, permesso al Sig. Barone Ciccarelli Reggente del Banco delle Due Sicilie con la sua famiglia, di poter visitare gli scavi di Pompei facendo uso degli asinelli e anche di potervi prendere una colazione.
- 12 agosto 1853, permesso al Sig. Vittorio Manassei e persone di sua compagnia, di poter percorrere Pompei trasportati dagli asini non potendolo fare a piedi per motivi di salute.
- 17 ottobre 1853, permesso al Lord Vernon, essendo ammalato in modo da non poter camminare, di potere visitare Pompei a cavallo di un somaro e prendere qualche rinfresco se ne fosse stato necessitato.
- 27 gennaio 1854, permesso al Generale Sabatelli con una famiglia inglese, di poter prendere un rinfresco a Pompei, con l’occasione di osservare quelle antichità.
- 6 marzo 1854, permesso al Marchese di Campomarino di poter con la sua compagnia prendere un déjeuner in Pompei ed assistere agli scavi ordinari che si stanno facendo.
- 8 marzo 1854, permesso al Principe di S. Angelo di assistere con la sua compagnia a uno scavo ordinario in Pompei.
- 26 giugno 1854, permesso al Duca e alla Duchessa di Casigliano di percorrere le vie di Pompei a cavallo o a dorso d’asino, e ciò per una volta sola.
- 12 giugno 1854, permesso alla Signora Marchese di Serlupi di poter girare in carrozza l’antica città di Pompei.
- 28 luglio 1854, permesso al Sig. W. Lowther, incaricato d’affari di I.M. Britannica, di poter visitare l’antica città di Pompei al chiaro di luna e trattenersi per prendere qualche ristoro.
- 3 agosto 1854, permesso al Principe di Roviano Romano di girare a Pompei in vettura. Questo permesso si vuol dare solo a persone Reali estere o a qualche altro forestiere di somma distinzione, com’è peraltro il richiedente.
- 4 dicembre 1855, permesso alla Signora Schermerhorn degli Stati Uniti d’America di osservare gli ultimi scavi eseguiti in Pompei.
- 10 marzo 1856, permesso al Conte di Fuentes Pignatelli e famiglia di poter assistere a soli scavi ordinari quando e come si faranno in Pompei.
- 19 aprile 1856, permesso al Sig. Leyland per poter con sua compagnia visitare le rovine di Pompei a chiaro di luna e per poter trattenersi anche prendendo qualche ristoro.
La richiesta di tale permesso e stata effettuata dal Ministro d’Inghilterra: Napoli 18 aprile 1856.
- A S.E. Il Principe di Bisignano
Il sottoscritto Ministro d’Inghilterra, ha l’onore di pregare Sua Eccellenza il Principe di Bisignano, Maggiordomo Maggiore di Sua Maestà Siciliana, affinché si compiaccia accordare al Signor Leyland un permesso per potere visitare con la sua compagnia le rovine di Pompei al chiaro di luna e per poter trattenersi anche prendendo qualche ristoro.
Il sottoscritto si avvale di questa occasione per rinnovare a Sua Eccellenza le assicurazioni della Sua alta considerazione.
- 15 aprile 1856, permesso ai Signori Marchese di Jonsselin e Garsant di poter assistere a qualche scavo ordinario in Pompei. Napoli 2 maggio 1953
- A S.E. Il Principe di Bisignano maggiordomo maggiore e Soprintendente Generale di Casa Reale.
“Eccellenza
Nelle varie gite a Pompei ho osservato che vari viaggiatori portavano di piccoli involti a mano con oggetti da mangiare per poi prendere una colazione nel recinto di quell’antica Città. Siccome il permesso di poter prendere colazione in Pompei è riservato esclusivamente all’E.V., cosi io ho creduto conveniente dare la disposizione all’Ingegnere di dettaglio di non permettere più che tali involti s’introdussero in Pompei, anche per prevenire ogni altro inconveniente che per quel mezzo avrebbe potuto accadere.
Rassegno quindi all’E.V. tale disposizione affinché si compiaccia rifermarla colla sua superiore autorizzazione”. Il Direttore e Soprintendente generale
- 12 febbraio 1859, permesso al Ministro di Portogallo di poter assistere per una sola volta con la sua compagnia ad uno scavo ordinario in Pompei.
- 20 ottobre 1853, Permesso per la visita del principe di Lord Vernon
“Eccellenza
Il sottoscritto ha richiesto nei giorni passati un permesso per visitare Pompei a cavallo, ad un asino, ed ivi prendere qualche rinfresco, se ne fosse stato necessario, e questo gli fu cortesemente da V.E. accordato.
Ma siccome il permesso è per una sola volta e il suddetto passerà tutta la stagione d’inverno alla campagna, pregherebbe V.E. a volergli prolungare questo permesso almeno per sei mesi.
Sicuro d’essere compiaciuto egli offre anticipatamente i suoi ringraziamenti e ossequio”.
- 11 ottobre 1853, A sua Eccellenza il Signor Principe di Bisignano
“Eccellenza
Lord Vernon, essendo ammalato in modo da non poter camminare, desidererebbe da V.E. il permesso per potere visitare Pompei a cavallo, con un somaro e prendere ivi qualche rinfresco, e ciò durante l’inverno, ossia fino al mese di aprile anno 1854 epoca in cui lascerà Napoli”.
Alcuni viaggiatori hanno lasciato la testimonianza del loro passaggio con un graffito che riproduce la firma e riporta l’anno della visita.
b. Regolamenti per la visita di viaggiatori illustri al sito di Pompei:
Ex.: Regolamento per la visita del Granduca di tutte le Russie nel giorno di Lunedì 17 di maggio 1852:
- È stato ordinata una tenda reale per difendere gli Augusti ospiti dai raggi solari provvista da uno strato sul suolo. Sono state indicate le modalità per il montaggio a Pompei ove dovrà praticarsi uno scavo alla presenza dei Reali visitatori.
- Sono state anche ordinate alla Real Tappezzeria otto-dieci sedie a braccioli per le regali persone.
- Nel detto giorno di lunedì tutti gli impiegati addetti agli scavi pompeiani vestiranno in uniforme e anche i veterani saranno in gran tenuta quivi distaccati.
- I custodi ordinari e straordinari dovranno, a cura e responsabilità dell’architetto Direttore, essere disposti a due a due accanto le porte delle case pompeiane sopra indicate, e non sarà ad essi permesso di muoversi dal luogo loro assegnato senza un espresso ordine superiore.
- Nel caso che, durante la vista dei Reali visitatori, entrassero in Pompei alcune compagnie di forestieri, l’architetto Direttore avrà cura di guidarle accompagnate dai custodi in tutte quelle strade e quelle case dove non sono presenti gli Augusti personaggi, e fare in modo che con essi non s’incontrino.
Un attento studio sui costumi utilizzati dai custodi, uscieri e altri addetti al sito archeologico di Pompei è stato condotto dalla prof.ssa Ornella Cirillo, che attraverso i disegni pubblicati ci permette di avere un’idea diretta sull’organizzazione e lo stile delle maestranze del sito.
CIRILLO O., Per una storia del costume a Pompei: le uniformi dei responsabili degli scavi in età borbonica, in C. Gambardella (ed.), Atlante di Pompei, Napoli 2012, pp. 151-162.
– Alcuni viaggiatori impressionati dai numerosi scavi in atto al loro ritorno in patria disegnavano a memoria il sito indicando le aree oggetto di ricerche archeologiche, ad esempio: Pianta di Pompei realizzata dal viaggiatore F. Latapie nel 1776.
– Altri ancora ricostruivano, a partire dalle rovine, i lussosi ambienti interni delle case pompeiane, ad esempio: Restituzione di un atrio e di un peristilio disegno da Bouchet, Compositions antiques, 1851, tav. 10
– Uno dei tanti illustri viaggiatori del sito archeologico di Pompei è il noto architetto svizzero Le Corbusier, che ha ritratto con schizzi alcune zone del sito quali: piazze, strade, case a peristilio …
Itinerari delle visite dei viaggiatori
Sono stati appositamente selezionati alcuni itinerari di viaggiatori illustri che presentano maggiori dettagli sulle modalità del percorso seguiti durante la loro visita al sito archeologico di Pompei tra la fine del Settecento e il 1864. Al contempo, seguendo il loro percorso sulla planimetria generale del sito (ortofoto), saranno messi in evidenza i monumenti visitati e le aree scavate in loro presenza.
- Visita dei Gran Duchi di Russia
Data: Lunedì 17 maggio 1852
Tipo di permesso: Permesso di visitare l’antica città di Pompei in carrozza e di poter assistere a un scavo ordinario.
Percorso della visita:
- Il convoglio Reale entrerà in Pompei per la porta cosiddetta di Ercolano, che mena alla via dei Sepolcri.
Avanti la qual porta le illustri persone saranno ricevute dal Direttore del Real Museo e Soprintendente Generale dei Reali Scavi delle Antichità del Regno, dal Segretario della Direzione della Soprintendenza Generale medesima e dall’architetto funzionario Direttore degli Scavi di Pompei.
- Gli Augusti Personaggi percorreranno lentamente in carrozza la lunga strada dei Sepolcri e sosterranno e discenderanno un momento avanti la Porta Ercolanea per osservare le mura della città.
Quindi, in carrozza continueranno a percorrere la strada che mena a quella della Fortuna e discenderanno dal carrozza sotto l’antico Arco di Trionfo posto sul principio della strada di Mercurio.
Osserveranno, quindi, le seguenti case che sono in questa nobilissima strada:
Casa della Fontana Grande
Casa di Apollo
Casa di Meleagro
Casa di Castore e Polluce
Ritornando sulla strada della Fortuna, si osserveranno le Terme Pubbliche, e poi quelle case del Vicolo Storto, dissotterrate avanti l’Augusta presenza delle Loro Maestà, l’Imperatore e l’Imperatrice di tutte le Russie.
- Dopo ciò gli Augusti Personaggi saranno condotti sulla strada delle Suonatrici, dove, osservata la casa di Marco Lucrezio, assisteranno ad uno scavo che si farà in loro presenza col massimo ordine e senza confusione e rumore.
Terminato lo scavo, gli Augusti Personaggi saliranno nuovamente in carrozza, e così percorreranno il Foro civile e tutta la strada che mena al portico del Foro Triangolare e del Teatro tragico, quivi discenderanno per osservare questo classico monumento, non che il detto Foro, e poi il Foro ordinario o quartiere dei Soldati.
Qui di nuovo saliranno in carrozza per recarsi all’Anfiteatro, col quale avrà termine la visita di Pompei.
Regolamenti per la visita:
- Nel detto giorno di lunedì tutti gli impiegati addetti agli scavi pompeiani vestiranno d’uniforme ed anche i veterani in gran tenuta quivi distaccati.
- Il Comandante dei veterani si farà trovare all’ingresso della strada dei Sepolcri nel momento del ricevimento.
Dopo si recherà con gli stessi individui sul luogo dello scavo per circondare quel sito e impedire che vi accedano persone estranee.
- I soprastanti saranno sempre fissi sul luogo dello scavo, intenti ad eseguire sotto le disposizioni dell’architetto-direttore lo sgombro del terreno delle stanze che dovranno interamente essere messe in luce alla presenza degli Augusti viaggiatori. Avranno cura e saranno responsabili della buona esecuzione dello scavo, senza confusione e senza grida da parte degli operai, e prenderanno nota degli antichi oggetti a misura che usciranno dal terreno.
Per lo scavo sono stati ordinati alla Real Tappezzeria una piccola tenda e otto o dieci sedie a braccioli per persone reali.
La lettera del Direttore della Soprintendenza alla Casa Reale il 10 maggio 1852 riporta:
“Eccellenza
Essendo cosa indispensabile aversi una piccola tenda sul luogo ove dovrà praticarsi uno scavo in Pompei alla presenza delle LL.AA.II. i Gran Duchi di Russia, per difendere gli Augusti ospiti dai raggi solari, prego l’E.N. degnarsi ordinare dalla Real Tappezzeria che faccia costruire la detta tenda con strato sul suolo. Il sito preciso dove si dovrà porre la detta tenda sarà indicata dall’architetto Cav. Bechi, dopo che l’E.V. si degni di approvare questa mia proposizione alla quale aggiungo quella di doversi anche portare a cura della Real Tappezzeria otto o dieci sedie a braccioli per persone Reali.”
- I custodi ordinari e straordinari dovranno, a cura e responsabilità dell’architetto-direttore, essere collocati a due a due accanto le porte delle case pompeiane sopra indicate, e non sarà ad essi permesso di muoversi dal luogo loro assegnato senza un espresso ordine superiore.
- Nel caso, durante la vista degli illustri Viaggiatori entrassero in Pompei alcune compagnie di forestieri, l’architetto Direttore avrà cura di farle guidare dai custodi in quelle strade e in quelle case dove non sono presenti gli Augusti personaggi, ed in modo che con essi non s’incontrino.
Archivio di Stato di Napoli (= ASN), Fondo Ministero della Pubblica Istruzione (= MPI), fs. 318, inc. 10.
Monumenti visitati dai Gran Duchi di Russia
- Via dei Sepolcri
La via dei Sepolcri si trova nel sobborgo settentrionale fuori Porta Ercolano, include la necropoli più completa e più famosa di Pompei, legata alla prima scoperta della città. Gli scavi realizzati tra il 1763 ed il 1838 hanno messo in luce più di 400 metri di strada sulla quale trovano posto cospicue ville signorili e sepolcri monumentali pubblici e privati. Nel suo complesso, la via dei Sepolcri presenta le caratteristiche tipiche di una via suburbana in vicinanza di una città.
- Porta Ercolano
La Porta si apre nell’estremo angolo nord-ovest della città sulla Via dei Sepolcri, settore scavato per la prima volta negli anni 1763-1769. La Porta è datata alla prima età coloniale ed è stata edificata dopo la conquista della città da parte del generale romano Silla nell’89 a.C. La sua costruzione è composta da tre fornici di cui due laterali per i pedoni mentre quello centrale per i carriaggi. A destra c’è un tratto della gradinata che conduce al cammino di ronda.
- Arco di trionfo
L’Arco collocato sul principio della strada di Mercurio, probabilmente eretto in onore di Giulio Cesare Germanico detto Caligola, poiché nelle vicinanze fu trovato una statua equestre, forse raffigurante l’imperatore Caligola, che probabilmente era posta sulla sommità dello stesso arco.
- Casa della Fontana grande
L’abitazione fu scavata per la prima volta negli anni 1826-1827. Si tratta di una nobile dimora dell’inizio del II sec. a.C. Questa casa, denominata così dalla presenza di una fontana monumentale collocata in un ninfeo sulla parete di fondo dell’atrio. La fontana è interamente rivestita di mosaico realizzato con paste vitree policrome e ornata da sculture in bronzo di un putto con delfino posto all’interno della vasca e da tre maschere teatrali in marmo sporgenti dagli stipiti della nicchia. Degna anche di essere osservata è la facciata esterna della casa, realizzata interamente a bugnato in opera quadrata in tufo e pilastri terminali.
Pompei, casa della Fontana grande
- Casa di Apollo
La casa di Apollo è stata scavata la prima volta negli anni 1830-1840 e prende il nome della stessa divinità poiché Apollo è raffigurato frequentemente al suo interno sia tramite pitture sia per mezzo di statue. Probabilmente l’abitazione apparteneva ad A. Herenulei Communis come si ricava da un anello-sigillo ritrovato proprio nella casa durante gli scavi del 1830. Il tablino è decorato con gradevoli pitture che rappresentano un quadretto di Venere. L’ingresso si segnala per la presenza di due statue, una di Apollo e una di un Fauno a caccia di una cerva, oggi conservate al Museo archeologico nazionale di Napoli.
- Casa di Meleagro
La Casa scavata per la prima volta tra il 1829 e il 1830, è una nobile abitazione a peristilio con impluvium centrale risalente alla metà del III sec. a.C.. L’abitazione prende il suo nome dalla pittura con Meleagro e Atalanta, posta sul lato sinistro dell’ingresso.
- Casa di Castore e Polluce
Scavata nel 1828-1829 e nel 1837, è tra le case più sontuose e grandi di Pompei grazie all’unificazione di tre abitazioni preesistenti avvenuta dopo il periodo augusteo. L’abitazione è famosa per il suo atrio corrispondente all’ingresso principale con dodici colonne di tufo e per la ricchezza delle pitture in cui quella dipinta nel vestibolo dell’ingresso con i Dioscuri, Castore e Polluce.
Pompei, Casa di Castore e Polluce
- Terme pubbliche
Le Terme pubbliche dette anche Terme del Foro furono scavate tra il 1823 e il 1824. L’edificio è stato costruito dopo l’80 a.C. come dimostra l’iscrizione trovata lungo Via del Foro. Le Terme sono divise, come la maggior parte delle terme romane, in sezioni maschile e femminile ed entrambe dotate di un apoditerium, di un frigidarium, un tepidarium ed un calidarium. Anche se di superfici ridotte rispetto a quelle Stabiane, le Terme del Foro presentano fini decorazioni e conservano ancora un buono stato di conservazione.
- Casa di Marco Lucrezio
Detta anche Casa delle Suonatrici dal nome della strada dove si trova. La dimora fu scavata negli anni 1846-1847 e 1851-1852 in occasione della visita dei Gran Duchi di Russia che assistettero ad uno scavo ordinario del 17 maggio 1852. È un’abitazione nobile con due atri disposti ad angolo retto su due livelli, molto nota per la bella e ricca decorazione parietale di cui la pittura delle pareti laterali del vestibolo raffigura alcune suonatrici.
Pompei, Casa di Marco Lucrezio
- Foro civile
Scavato per la prima volta negli anni compresi tra il 1813 e il 1818, è una grande area rettangolare orientata da nord a sud di cui la sua prima disposizione risale al II secolo a. C. Il foro, posto al centro del nucleo urbano pompeiano, era la piazza principale della città. Originariamente l’edificio era circondato da un porticato a doppio ordine di colonne di tufo e tutt’intorno si elevavano gli edifici pubblici destinati alla vita politica, civile, economica e religiosa.
– Foro Triangolare
Il Foro Triangolare è stato più volte indagato archeologicamente mediante numerose campagne di scavo negli anni 1765, 1767-1768, 1773, 1796-1797 e negli anni 1813 e 1899. Il monumento, utilizzato per le corse equestri e come luogo di svago, è situato sulle pendici meridionali della collina di Pompei, dalla quale si domina la valle e la foce del fiume Sarno. Nell’area del Foro Triangolare era concentrato, dopo il Foro civile, il maggior numero di monumenti pubblici e religiosi della città. È una piazza dalla forma triangolare con accesso mediante porte abbellite da colonne ioniche e con un porticato di 95 colonne doriche.
- Teatro tragico
Detto anche il Teatro Grande, scavato tra il 1764 e il 1794. L’edificio costruito nel II secolo a.C., utilizza il pendio naturale della collina per la realizzazione delle gradinate a forma di ferro di cavallo. Il Teatro ampliato nell’età augustea con l’aggiunta della galleria superiore e dei tribunalia, posti al di sopra dei due ingressi laterali al piano dell’orchestra in modo da contenere fino a 5.000 spettatori circa. Pochi sono i resti dei gradini inferiori e della gradinata della parte mediana della cavea e sotto il piano dell’orchestra si conservano vasche e bacini d’acqua che intrattenevano gli spettatori durante le pause.
- Quadriportico dei teatri
L’area archeologica del Quadriportico dei teatri fu scavata tra il 1766 e il 1795. Si tratta di una grande piazza quadrata circondata sui quattro lati da portici, ubicata alle spalle del Teatro Grande e collegata al Foro Triangolare tramite una rampa di scale. Secondo Vitruvio nel suo libro De architectura, il Quadriportico dei teatri venne usato dagli spettatori dei due teatri (il Teatro Tragico e il Teatro Odeion) per passeggiare avanti e durante l’intervallo dello spettacolo o ricoverare sotto i portici in caso di pioggia. Nell’età neroniana il monumento si è trasformato in una caserma dei gladiatori.
Pompei, Quadriportico dei teatri
- Anfiteatro
Situato nell’angolo sud-est della città, all’estremo tratto orientale della Via dell’Abbondanza e la via trasversale che sbocca sulla gran piazza dell’Anfiteatro, l’edificio è stato scavato negli anni 1748 e 1813-1814. Edificato verso l’anno 80 a. C., è considerato uno tra gli anfiteatri più antichi e meglio conservati del mondo romano. L’Anfiteatro era destinato ai combattimenti tra gladiatori e accoglieva più di 20.000 spettatori.
2. Visita della Regina d’Inghilterra
Data: 6 novembre 1838
Tipo di permesso: Permesso per visitare Pompei in carrozza e per poter assistere a un scavo ordinario e fare una colazione o un pranzo nel recinto dell’antica città.
Percorso della visita:
La Regina vedova d’Inghilterra fu ricevuta dall’architetto Direttore degli scavi Carlo Bonucci all’ingresso della Strada delle Tombe (chiamata oggi Via dei Sepolcri) e venne accompagnata a visitare i monumenti più classici del Sobborgo Augusto Felice. Fu felice nel vedere l’abitazione recentemente scoperta, ove si rinvennero le colonne e la fontana a mosaico assistendo ad uno scavo praticato in una bottega, ove un tempo avveniva la cottura di ceramiche ad uso domestico messe in luce in grandi quantità. In seguito si trasferì nell’interno della città e ammirò la magnifica Strada di Mercurio, cinta dalle più ricche e nobili dimore fermandosi soprattutto in quella denominata di Apollo, ove osservò le pareti del Tablino decorato di ornamenti e quadri pregiati. Notò, inoltre, con la stessa particolare soddisfazione, le nuove metodologie adottate per proteggere dalle intemperie quegli avanzi preziosi delle arti del periodo greco e romano. Visitata la Casa del Labirinto entrò in quella del Gran mosaico (detta anche la casa del Fauno), ove fu gradevolmente sorpresa da quella grandiosa rappresentazione della battaglia tra Greci e Persiani. Alla visita dei monumenti privati seguirono quelli pubblici, pertanto fu percorso il Foro, la Basilica e il Tempio di Venere e poi il Tempio di Giove dove lo sguardo fu volto alle sorprendenti scene paesaggistiche che circondano Pompei: il Vesuvio, i monti Lattari, lo scoglio di Rovigliano, e quel mare che retrocede spaventato dall’ultima catastrofe che colpì di morte e di distruzione. A questo punto la Regina si riposò nelle Terme, per prendere una fugace colazione. All’officina salì sulla vettura della Reale Corte attesa da alcuni cocchieri, e giunta nella Strada dei Mercanti presenziò a un altro scavo ottenendo in copia diversi oggetti di bronzo e di marmo. Si diresse poi al Foro Triangolare e al Tempio Dorico e ai Teatri (Teatro Grande e Teatro Piccolo (Odéion)). Infine, attraversando tutta l’antica pianta della città raggiunse l’Anfiteatro fissandosi a osservare con attenzione quel monumento. Percorse l’Arena e salita sull’ultima cavea diede un ultimo addio a quella città irta ancora più bella dai suoi diciotto secoli di sonno e di tomba. Ormai il giorno era appena terminato e Sua Maestà abbandonando il sito di Pompei si degnò esprimere all’architetto Bonucci la Sua piena soddisfazione e fece ritorno alla Capitale.
Regolamenti per la visita:
I regolamenti della visita della Regina vedova d’Inghilterra all’antica città di Pompei sono stati redatti dell’architetto Direttore degli scavi Carlo Bonucci che ha accolto personalmente Sua Maestà. Il Bonucci si occupò di stabilire il percorso con una carrozza reale, di preparare uno scavo ordinario alla presenza del visitatore illustre e di organizzare un pranzo sul sito.
La lettera del 5 novembre 1838 dell’architetto di Pompei Carlo Bonucci al Ministro Segretario di Stato degli affari interni riporta:
“Ho allestito lo scavamento da eseguirsi alla sua Reale presenza. Ed io stesso nell’accoglierla e guidarla avrò cura, se essa percorra quell’antica città in carrozza e che facci colazione o pranzo in quel monumento, che più le sarà a grado. Infine le si praticheranno tutti gli oneri e le attenzioni convenienti ad un tanto importante ospite della Maestà del nostro Sovrano”.
Al Direttore degli scavi di Pompei venne ordinato dal Ministro Segretario di Stato degli Affari Interni di aprire nuovi scavi e di offrire alla Regina qualche oggetto rinvenuto.
Archivio di Stato di Napoli (= ASN), Fondo Ministero della Pubblica Istruzione (= MPI), busta 336, fasc. 9.
Monumenti visitati dalla Regina d’Inghilterra
- Strada delle Tombe (Via dei Sepolcri)
La via dei Sepolcri si trova nel sobborgo settentrionale fuori Porta Ercolano, include la necropoli più completa e più famosa di Pompei, legata alla prima scoperta della città. Gli scavi realizzati tra il 1763 ed il 1838 hanno messo in luce più di 400 metri di strada sulla quale trovano posto cospicue ville signorili e sepolcri monumentali pubblici e privati. Nel suo complesso, la via dei Sepolcri presenta le caratteristiche tipiche di una via suburbana in vicinanza di una città.
Pompei, Via dei Sepolcri
- Sobborgo Augusto Felice
Il sobborgo Augusto-Felice è quello della Necropoli di Porta Ercolano. L’area, scavata tra il 1763 e il 1838, presenta edifici dalla metà del I secolo a.C. al I secolo d.C. In quel tempo era uso collocare i defunti lungo le principali arterie in uscita dalla città. Vi si trovano ville, case, botteghe e tombe. Queste ultime, costruite d’una fattura semplice diventano dei veri monumenti, secondo lo stile dell’architettura ellenistica; lungo la via, infatti, ci sono mausolei di differenti stili e forme.
Pompei, sobborgo Augusto-Felice
- Strada di Mercurio
La via inizia con l’Arco onorario in opus latericium, cosiddetto Arco di Caligola, che delimita scenograficamente il Foro a settentrione ed è chiusa in fondo da una delle torri delle mura, Torre di Mercurio XI.
Superato l’Arco si affacciano i thermopolia dove venivano serviti all’aperto bevande e cibi caldi. Sono ancora visibili i dolia che contenevano le giare. Sul lato ovest dell’uinsula vi era la tipica Casa del Poeta tragico ad atrio e pseudo peristilio indagata archeologicamente negli anni 1824-1825. All’ingresso della casa vi è il noto mosaico di un grande cane alla catena posto a controllo della abitazione. Notevoli poi sono le pitture e i pavimenti del tablinio. Proseguendo verso nord, trova posto la Casa della Fontana piccola, scavata negli anni 1826-1827, che conserva l’impianto tipico fondato sull’asse ingresso-atrio-tablinio con due atri e un piccolo peristilio nella zona posteriore. Dopo aver superato il vicolo di Mercurio che taglia quasi ortogonalmente la strada vi è, ad angolo la Casa dei Dioscuri, indagata nel 1826, negli anni 1828-1829 e nel 1837, tra le più grandi e sontuose della città scavata nel 1828-1829. Più a nord, nella stessa insula, la Casa del Meleagro, scavata negli anni 1829-1830, 1837 e 1962, con atrio e ambienti con impluvium. Dal lato opposto all’interno della estremità settentrionale dell’altra insula, la Casa di Apollo (scavata negli anni 1830-1840 e nel 2004) con giardino, articolato su due livelli, e fontana marmorea.
- Casa di Apollo
La casa di Apollo è stata scavata la prima volta negli anni 1830-1840 e prende il nome della stessa divinità poiché Apollo è raffigurato frequentemente al suo interno sia tramite pitture sia per mezzo di statue. Probabilmente l’abitazione apparteneva ad A. Herenulei Communis come si ricava da un anello-sigillo ritrovato proprio nella casa durante gli scavi del 1830. Il tablino è decorato con gradevoli pitture che rappresentano un quadretto di Venere. L’ingresso si segnala per la presenza di due statue, una di Apollo e una di un Fauno a caccia di una cerva, oggi conservate al Museo archeologico nazionale di Napoli.
- Casa del Labirinto
L’abitazione scavata nel 1831 e negli anni 1834-1835, fu edificata in epoca sannitica nel tardo II secolo a.C. presenta un doppio atrio; uno principale tetrastilo e un altro secondario tuscanico in fondo al quale trovavano posto le lussuose sale di ricevimento. L’edificio ha subito nei secoli varie trasformazioni con aggiunte di vari ambienti e, verso la fine del I secolo a.C., anche di un impianto termale.
– Casa Gran mosaico (casa del Fauno)
Indagata archeologicamente negli anni 1829-1833, nel 1900 e negli anni 1960-1962, la nobile abitazione prende il nome dal famoso bronzetto danzante esposto in origine nell’atrio principale conservato presso il Museo archeologico nazionale.
La casa del Fauno è considerata, per la sua mole e la bellezza degli apparati decorativi, uno dei punti di riferimento dell’architettura domestica romana. Dalla stessa abitazione proviene anche il famoso mosaico della Battaglia di Alessandro, sempre conservato al MANN. La sua costruzione (II sec. a.C.), risultato di due momenti costruttivi che ebbero una forte influenza ellenistica, risale al periodo sannitico.
Il fronte anteriore della casa presenta la tipica cortina con le tabernae che si aprono sulla via di mercurio con all’interno due atri; il primo, di tipo toscanico che segue la tipologia della casa italica con vasca centrale e impluvium: il secondo, tetrastilo, con colonne che sorreggono un tetto. Il pavimento è in opus sectile con tasselli di marmo colorati.
Proseguendo verso l’interno della casa che si sviluppa lungo tutta l’insula, trovano posto due peristili con portici di colonne. Molto fine è l’exedra posta nello spazio centrale della parete di fondo del peristilio più piccolo. Ai due lati dell’exedra si aprono due sale triclinari utilizzate nei mesi estivi.
Pompei, casa del Fauno
- Foro civile
Scavato per la prima volta negli anni compresi tra il 1813 e il 1818, è una grande area rettangolare orientata da nord a sud di cui la sua prima disposizione risale al II secolo a. C. Il foro, posto al centro del nucleo urbano pompeiano, era la piazza principale della città. Originariamente l’edificio era circondato da un porticato a doppio ordine di colonne di tufo e tutt’intorno si elevavano gli edifici pubblici destinati alla vita politica, civile, economica e religiosa.
– la Basilica
Uno degli edifici pubblici più monumentali del sito è rappresentato appunto dalla Basilica. Strutturato attraverso una grande superficie rettangolare con portico interno costituito da tre navate divise da due file di colonne con basi e capitelli ionici in tufo e fusto in opus latericium sagomato in maniera tale da ricavarne le scanalature. L’accesso alla Basilica, che in origine era coperta a capriate, avviene mediante cinque ingressi segnati da pilastri in tufo; l’ingresso sul lato corto, prevedeva all’interno del vestibolo uno spazio destinato ai cambiavalute mentre dalla parte opposta in fondo vi era il tribunal occupato dai magistrati durante le udienze giudiziarie.
- Tempio di Venere
Sono poche le testimonianze architettoniche del monumento scavato numerose volte negli anni 1852, 1869, 1872, 1898, 1937, 1952-1953, 1984-1985, 2004-2006. Esso occupa ancora un grande terrazzamento artificiale destinato appunto al culto di Venere. L’area è ancora recentemente indagata portando alla luce documentazioni archeologiche che hanno attestato testimonianze in età arcaica, una fase sannitica rappresentata da alcuni edifici e, infine, individuato il primo nucleo monumentale del santuario (II secolo a.C.). Il Tempio era circondato da un porticato che poneva al centro il manufatto ormai distrutto.
- Tempio di Giove
Il Tempio è collocato in posizione dominante sul lato settentrionale del Foro. Scavi archeologici hanno ricostruito le fasi dell’edificio dal tardo II secolo a.C. fino alla sua completa distruzione del 79 d.C.
La prima fase è rappresentata dall’alto podio a doppia gradinata e da un pronao circondato da 6×3 colonne corinzie e da un’ampia cella con colonnato interno. Durante la fase silliana il tempio fu destinato al culto della triade capitolina di Giove, Giunone e Minerva.
– Terme pubbliche
Le Terme pubbliche dette anche Terme del Foro furono scavate tra il 1823 e il 1824. L’edificio è stato costruito dopo l’80 a.C. come dimostra l’iscrizione trovata lungo Via del Foro. Le Terme sono divise, come la maggior parte delle terme romane, in sezioni maschile e femminile ed entrambe dotate di un apoditerium, di un frigidarium, un tepidarium ed un calidarium. Anche se di superfici ridotte rispetto a quelle Stabiane, le Terme del Foro presentano fini decorazioni e conservano ancora un buono stato di conservazione.
- Foro Triangolare
Il Foro Triangolare è stato più volte indagato archeologicamente mediante numerose campagne di scavo negli anni 1765, 1767-1768, 1773, 1796-1797 e negli anni 1813 e 1899. Il monumento, utilizzato per le corse equestri e come luogo di svago, è situato sulle pendici meridionali della collina di Pompei, dalla quale si domina la valle e la foce del fiume Sarno. Nell’area del Foro Triangolare era concentrato, dopo il Foro civile, il maggior numero di monumenti pubblici e religiosi della città. È una piazza dalla forma triangolare con accesso mediante porte abbellite da colonne ioniche e con un porticato di 95 colonne doriche.
- Tempio Dorico
Al momento dell’eruzione del 79 d.C. l’edificio, dedicato a Minerva, era ormai abbandonato anche se è certo che, secondo l’impianto tipologico greco, fosse circondato da colonne con capitelli dorici in travertino 7×11 con l’ingresso rivolto verso la terrazza. L’origine della edificazione potrebbe risalire alla fine del VI secolo a.C. e più volte decorato fra il V e il II secolo a.C. Attualmente si individua la cella mentre quattro capitelli originari sono stati collocati agli angoli del Tempio.
- Teatri (Teatro Grande e Teatro Piccolo (Odéion))
- Teatro Grande (Teatro tragico)
Detto anche il Teatro Grande, scavato tra il 1764 e il 1794. L’edificio costruito nel II secolo a.C., utilizza il pendio naturale della collina per la realizzazione delle gradinate a forma di ferro di cavallo. Il Teatro ampliato nell’età augustea con l’aggiunta della galleria superiore e dei tribunalia, posti al di sopra dei due ingressi laterali al piano dell’orchestra in modo da contenere fino a 5.000 spettatori circa. Pochi sono i resti dei gradini inferiori e della gradinata della parte mediana della cavea e sotto il piano dell’orchestra si conservano vasche e bacini d’acqua che intrattenevano gli spettatori durante le pause.
- Teatro Piccolo (Teatro Odéion)
Scavato negli anni 1769 e negli anni 1792-1975. Il piccolo teatro, attiguo al Teatro Grande, fu coperto che si trova ad est del teatro grande. La costruzione era destinata ad essere coperta ed utilizzata per le manifestazioni musicali e i mimi. Anche se di piccole dimensioni, con una capienza massima di circa 1000 spettatori, è un singolare esempio di teatro dell’antichità. Si conserva quasi intatta la gradinata della cavea e i due telamoni in tufo tipici della decorazione plastica ellenistica.
- Anfiteatro
Situato nell’angolo sud-est della città, all’estremo tratto orientale della Via dell’Abbondanza e la via trasversale che sbocca sulla gran piazza dell’Anfiteatro, l’edificio è stato scavato negli anni 1748 e 1813-1814. Edificato verso l’anno 80 a. C., è considerato uno tra gli anfiteatri più antichi e meglio conservati del mondo romano. L’Anfiteatro era destinato ai combattimenti tra gladiatori e accoglieva più di 20.000 spettatori.
3. Visita del Generale Giuseppe Garibaldi
Data: 22 ottobre 1860
Percorso della visita:
Durante la vista al sito archeologico di Pompei il Generale Giuseppe Garibaldi ha visitato il Foro civile, le Terme sulla via della Fortuna, le Fontane a Mosaico nella strada di Mercurio, la casa di Sallustio e la Necropoli con la casa di Diomede.
Il rapporto del 23 ottobre 1860, a firma dell’Architetto di Pompei Campanelli, inviato il 25 dello stesso mese dal Direttore del Museo e Soprintendente Generale Domenico Spinelli Principe di San Giorgio al Direttore del Ministero della Pubblica Istruzione, riporta:
“Signore, Ho l’onore passare alla di Lei superiore conoscenza che ieri verso le ore 2½ p.m. si recò in questo sito il Sig. Generale Dittatore Garibaldi con suo seguito, e vi si trattenne fino alle ore 5 p.m. per visitare il Foro civile, le Terme sulla via della Fortuna, le Fontane a Mosaico nella strada di Mercurio, la Casa di Sallustio, e la Necropoli con la Casa di Diomede. Egli entrò ed uscì per la Porta del Rapillo. Giunto nelle menzionate terme gli si presentò l’ex-serviente Arcangelo Tarallo per domandare la sua reintegra in questi scavi, ed il preludiato Dittatore gliela concesse, imponendo rapportarsi tale sua determinazione. Adempio quindi a tale dovere sommettendole che il Tarallo ha già ripreso il suo servizio nella qualità di serviente come lo era.”
Il 16 settembre 1860 Garibaldi a proposito degli scavi di Pompei commentava: «Visto che gli scavi di Pompei sono miseramente abbandonati da più mesi con dolore del mondo studioso e con danno delle popolazioni circostanti, considerando che la nostra rivoluzione deve essere veramente italiana, cioè degna della patria delle arti e degli studi, decreta che agli scavi di Pompei, proprietà nazionale, sono consacrati cinquemila scudi annui, ed i lavori debbono essere immediatamente ripresi. I ministri delle Finanze e dei Lavori Pubblici faranno eseguire, per quanto spetta a ciascuno, il presente decreto».
II 22 ottobre, successivamente alla firma del decreto, Giuseppe Garibaldi insieme al figlio visitarono l’area archeologica di Pompei. Il fotografo napoletano, Giorgio Sommer, incaricato a quel tempo dal governo di effettuare un servizio sulla città romana, ritrasse il Generale con il figlio e i suoi ufficiali.
C’è da sottolineare l’importante presa di coscienza dell’importante valore del patrimonio culturale della città romana fino a quel tempo resa noto al mondo grazie ai Borbone. Proprio a questi ultimi infatti, Garibaldi «sottrae» il Museo di Napoli e gli scavi di Ercolano e Pompei donandoli al re d’Italia Vittorio Emanuele II e dichiarandoli così «beni nazionali». Oltre al noto stanziamento di cinquemila scudi (annui) il Generale ordinò l’immediata ripresa degli scavi, nominando il romanziere francese Alexandre Dumas (padre) alla direzione dell’area archeologica e del Museo Borbonico divenuto Museo Nazionale di Napoli. Nel piano di rilancio degli scavi archeologici anche l’imposizione del pagamento ai visitatori di una tassa di due lire, domenica esclusa, per finanziare restauri e nuove indagini.
– Archivio di Stato di Napoli (= ASN), Fondo Ministero della Pubblica Istruzione (= MPI), fasc. 753, inc. 9.
– Avvisati C., Una camicia rossa a Pompei, Roma 2010.
– Esposito M.R., Garibaldi, Pompei e il Museo di Napoli, in «Rivista di studi pompeiani», XIX, 2008, pp. 69-75.
Monumenti visitati dal Generale Giuseppe Garibaldi
- Foro civile
Scavato per la prima volta negli anni compresi tra il 1813 e il 1818, è una grande area rettangolare orientata da nord a sud di cui la sua prima disposizione risale al II secolo a. C. Il foro, posto al centro del nucleo urbano pompeiano, era la piazza principale della città. Originariamente l’edificio era circondato da un porticato a doppio ordine di colonne di tufo e tutt’intorno si elevavano gli edifici pubblici destinati alla vita politica, civile, economica e religiosa.
- Il Macellum
Il macellum è il mercato coperto di alimentari che occupa un angolo del foro della città. Costruito in età imperiale nel II secolo a.C., con successivi rifacimenti, presenta sul prospetto nord un portico d’ingresso con ancora le basi che un tempo reggevano le statue di personaggi illustri. L’interno, a corte porticata, era organizzata con le tabernae. Al centro dell’area scoperta si elevava una costruzione con un tetto conico sorretta da strutture lignee. Dei tre ambienti opposti all’ingresso, quello centrale era destinato a celebrare i fasti della casa imperiale, quello sul lato destro utilizzato per la vendita della carne e, infine, quello sul lato sinistro serviva alla vendita e alla pulizia del pesce.
- Terme pubbliche
Le Terme pubbliche dette anche Terme del Foro furono scavate tra il 1823 e il 1824. L’edificio è stato costruito dopo l’80 a.C. come dimostra l’iscrizione trovata lungo Via del Foro. Le Terme sono divise, come la maggior parte delle terme romane, in sezioni maschile e femminile ed entrambe dotate di un apoditerium, di un frigidarium, un tepidarium ed un calidarium. Anche se di superfici ridotte rispetto a quelle Stabiane, le Terme del Foro presentano fini decorazioni e conservano ancora un buono stato di conservazione.
- Case della Fontane a Mosaico
Casa della Fontana grande
L’abitazione fu scavata per la prima volta negli anni 1826-1827. Si tratta di una nobile dimora dell’inizio del II sec. a.C. Questa casa, denominata così dalla presenza di una fontana monumentale collocata in un ninfeo sulla parete di fondo dell’atrio. La fontana è interamente rivestita di mosaico realizzato con paste vitree policrome e ornata da sculture in bronzo di un putto con delfino posto all’interno della vasca e da tre maschere teatrali in marmo sporgenti dagli stipiti della nicchia. Degna anche di essere osservata è la facciata esterna della casa, realizzata interamente a bugnato in opera quadrata in tufo e pilastri terminali.
Pompei, casa della Fontana grande
Casa della Fontana piccola
Scavata negli anni 1826-1827 e datata agli inizi del I secolo a.C. conserva l’impianto tipico fondato sull’asse ingresso-atrio-tablinio con due atri e un piccolo peristilio nella zona posteriore. Essa presenta due atri e un piccolo peristilio nella zona posteriore. Sull’atrio si affacciano quasi tutte le stanze. La fontana, ampiamente decorata con prospettive di edifici marittimi e rurali, è ornata di statuette bronzee e addossata alla parete di fondo con nicchia interamente rivestita in mosaico e paste vitree policrome.
Pompei, Casa della Fontana piccola
- Casa di Sallustio
Scavata negli anni 1806-1808, 1969-1971, 2005-2006, la casa posta ad angolo tra la via Consolare e il vicolo di Mercurio si adatta alla conformazione dell’insula di forma trapezoidale con tabernae ai lati dell’ingresso e due giardini porticati che circondano su tre lati il grande atrio tuscanico. La planimetria della dimora presenta uno degli esempi più rappresentativi di casa sannitica che ha conservato fino all’eruzione del 79 d.C. molto della decorazione parietale I stile.
- Necropoli e la casa di Diomede
Necropoli
Si trova nella via dei Sepolcri nel sobborgo settentrionale fuori Porta Ercolano, la necropoli più completa e più famosa di Pompei, legata alla prima scoperta della città. Gli scavi realizzati tra il 1763 ed il 1838 hanno messo in luce più di 400 metri di strada sulla quale trovano posto cospicue ville signorili e sepolcri monumentali pubblici e privati. Nel suo complesso, la via dei Sepolcri presenta le caratteristiche tipiche di una via suburbana in vicinanza di una città.
Pompei, la Necropoli di Via dei Sepolcri
Casa di Diomede
Scavata negli anni 1771-1774, la villa disposta obliquamente rispetto alla via dei Sepolcri. L’ingresso, preceduta da un protiro, introduce direttamente al peristilio. Intorno a esso di disponevano gli ambienti più importanti, a ovest il tablinio e il retrostante triclinio, a sud il cubicolo preceduto da un’anticamera che reca sul fondo un’abside. Sull’angolo sud-ovest vi è una scala che permette l’accesso al grande giardino sottostante costruito su un criptoportico con al centro un triclinio protetto da una pergola e una grande piscina.